RESPIRAZIONE E RIABILITAZIONE RESPIRATORIA

La respirazione è una funzione del corpo umano legata all’acquisizione dell’ossigeno atmosferico ( materiale che serve per tutti i metabolismi cellulari) e al rilascio di anidride carbonica (materiale di scarto metabolico). La respirazione avviene nei polmoni che sono una struttura cava che rimane aperta perché circondati da una doppia membrana ( detta pleura) che ne impedisce il collasso. La respirazione comprende movimenti ritmici e morbidi della gabbia toracica, che si espande e si ritrae per consentire all’aria di essere introdotta nelle vie aree e raggiungere i polmoni, ove avvengono gli scambi gassosi di ossigeno e anidride carbonica che sono fondamentali per la vita di ogni cellula del nostro corpo.

La respirazione è un meccanismo complesso che ha 4 componenti:

1 ) Ventilazione polmonare: immettere aria dall’ambiente agli alveoli polmonari e percorso di ritorno. La ventilazione polmonare viene effettuata attraverso dei muscoli:

  • il DIAFRAMMA che con la sua contrazione e distensione crea le condizioni per far entrare e far uscire l’aria dai polmoni in condizioni di riposo.
  • i muscoli ACCESSORI DELLA RESPIRAZIONE che intervengono negli atti respiratori più profondi sono: gli intercostali interni ed esterni, i serrati, il muscolo sternocleidomastoideo e i muscoli scaleni e i retti dell’addome. Essi aumentano e diminuiscono ulteriormente lo spazio all’interno della gabbia toracica.

2) scambio di O2 e Co2 per diffusione fra gli alveoli e il sangue: l’aria giunge negli alveoli polmonari e qui le molecole di Ossigeno e anidride carbonica si spostano dagli alveoli ai minuscoli vasi sanguigni che circondano gli alveoli, in modo da ricaricare il sangue di Ossigeno e scaricarlo dalla anidride carbonica accumulata nel percorso di ritorno del sangue dalle periferie del corpo

3) trasporto di O2 e di Co2 nel sangue e nei liquidi nell’organismo per alimentare il metabolismo delle cellule e la vita: il terzo e fondamentale processo di trasferimento di ossigeno e anidride carbonica, questa volta nelle periferie del corpo, nel liquido interstiziale dei tessuti, da dove le cellule prenderanno l’ossigeno per attivare il metabolismo e scaricano l’anidride carbonica, prodotto di scarto del metabolismo.

4) regolazione nervosa, insieme di tutte le catene di neuroni che a vario titolo interessano la respirazione: il sistema di controllo muscolare, che non è del tutto sotto il controllo volontario, il sistema di controllo dell’acidità del pH del sangue, di cui l’anidride carbonica è uno dei componenti, il meccanismo delle apnee….

I MECCANISMI DI PROTEZIONE DEL SISTEMA RESPIRATORIO

CLEARANCE MUCO CILIARE L’aria che respiriamo porta con sé molte impurità, che durante il tragitto dall’esterno fino agli alveoli polmonari viene filtrata, ripulita, umidificata e riscaldata, affinché negli alveoli non possa creare danni. Tutte le vie respiratorie, sono umettate da una strato di muco che ricopre l’intera superficie delle loro pareti e ha proprio questo ruolo. Il muco viene costantemente prodotto e spostato verso la faringe da numerosissime cellule ciliate, la cui attività fa si che il muco poi venga espulso con la deglutizione e con il riflesso della tosse

Il RIFLESSO DELLA TOSSE: I bronchi e la trachea sono così sensibili che quantità eccessive di una qualsiasi sostanza estranea od altre cause irritative scatenano il riflesso della tosse, che è composto da una successione automatica di eventi: INSPIRAZIONE DI ARIA, CHIUSURA DELL’EPIGLOTTIDE E CHIUSURA DELLE CORDE VOCALI ( per intrappolare l’aria nei polmoni), CONTRAZIONE ENERGICA DEGLI ADDOMINALI (pressione contro il diaframma); per ultimo, APERTURA IMPROVVISA ED AMPIA DELLE CORDE VOCALI E DELL’EPIGLOTTIDE, per provocare un moto violento dell’aria verso l’esterno, in modo che l’aria che esce così violentemente, passando attraverso i bronchi e la trachea, possa portare con sé ogni corpo estraneo eventualmente presente nei bronchi e nella trachea.

RIFLESSO DELLO STARNUTO

E’ molto simile a quello della tosse, salvo che esso riguarda le vie nasali invece delle altra vie respiratorie. Lo stimolo iniziale si genera nelle vie nasali, il meccanismo è molto simile ma si aggiunge un movimento di abbassamento del velo pendulo (che occlude la parte posteriore del cavo orale) che limita l’aria nell’uscire dalla bocca e la convoglia nelle cavità nasali per liberarle dalle sostanze estranee.

DIAGNOSI DI MALATTIA

La diagnosi e la terapia della maggior parte delle malattie respiratorie devono soprattutto basarsi sulla comprensione dei fondamentali principi di fisiologia della respirazione, che vi sono coinvolti. Talune malattie respiratorie dipendono da inadeguata ventilazione, mentre altre dipendono da alterazioni del processo di diffusione attraverso la membrana polmonare, oppure da difetto del trasporto di ossigeno dai polmoni ai tessuti. IN ognuno di questi casi la terapia è spesso del tutto diversa, per cui non basta porre genericamente al diagnosi di insufficienza respiratoria.

LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA

In caso di patologia respiratoria, la riabilitazione è quell’insieme di tecniche e manovre manuali o mediate attraverso strumentazioni specifiche che si occupa di due aspetti diversi:

  1. RIABILITAZIONE POLMONARE: migliora la funzionalità dell’apparato respiratorio, ovvero
    1. migliorare i processi di inspirazione ed espirazione, e quindi la funzione ventilatoria nel suo complesso
    2. Migliorare la efficacia delle tosse e dei processi di espettorazione e liberazione delle vie aree dal muco prodotto dall’apparato respiratorio per la sua funzionalità
    3. Migliorare la forza dei muscoli respiratori con l’allenamento respiratorio
  2. Migliorare l’adattamento allo sforzo necessario ad affrontare le attività delle vita quotidiana; anche in questo caso l’attività comprende un RINFORZO MUSCOLARE GLOBALE, che è rivolto più in generale alla muscolatura di tutto il corpo, che va riadattato allo svolgimento delle proprie naturali funzioni in presenza di ausili per l’ossigenazione oppure riadattato alle mutate capacità respiratorie residue del paziente.

LA RIABILITAZIONE POLMONARE E I SUOI STRUMENTI:

Ci sono moltissimi strumenti per la riabilitazione polmonare, che sono studiati anche sui pazienti che ancora non riescono a sostenere una respirazione fisiologica senza supporto ( casco cpap, ventilazione forzata, intubazione) e che assolutamente non sono materia di esercizio negli ambulatori, perché queste tipologie di pazienti possono essere gestiti solo in reparti ospedalieri. Un paziente con diagnosi di insufficienza respiratoria invece può avvalersi, una volta rientrato al domicilio di strumenti di lavoro come i seguenti, sotto la guida del fisioterapista, per migliorare la funzionalità residua e la qualità della vita.

INCENTIVATORE DI INSPIRAZIONE TRIFLOW: è uno strumento attraverso il quale si insegna al paziente ad INSPIRARE con forza; poiché questo esercizio non è naturale, la facilitazione è fornita dalla visualizzazione delle palline che si SOLLEVANO progressivamente man mano che la forza dell’inspirazione aumenta nel tempo. Il miglioramento in questo esercizio consiste nella velocità di sollevamento delle palline e del numero di palline che si sollevano ( l’ultima pallina che si solleva è quella VERDE)

INCENTIVATORE DI INSPIRAZIONE TIPO COACH: anche questo esercizio consente al paziente di migliorare la funzionalità della fase INSPIRATORIA delle respirazione; in questo caso il paziente impara a effettuare una INSPIRAZIONE PROFONDA E CONTINUATIVA. Lo stantuffo giallo alla base del cilindro graduato si innalza lentamente man mano che il paziente introduce aria nei polmoni; in questo caso l’attenzione è da una parte incentrata sulla quantità di aria introdotta ( che si può verificare tramite le tacche poste sul cilindro graduato in termini di centrimetri cubi) e dall’altra sulla LENTEZZA DELLA INSPIRAZIONE ( che produce una incentivazione sulla dinamica del respiro)

INCENTIVATORE DI FLUSSO ESPIRATORIO: è il più istintivo degli esercizi respiratori e viene proposto in ogni caso di malattia respiratoria; il cilindro viene riempito di acqua ( la barretta graduata serve per fornire un controllo sulla quantità di acqua introdotta) e si chiede al paziente di ESPIRARE e SPINGERE L’ARIA dentro il tubo fino a fare “LE BOLLE” NEL CONTENITORE. Il ruolo dei fisioterapisti in questo caso è di supervisione di quei parametri della terapia ( quantità di acqua, diametro e lunghezza del tubo, presenza o assenza di un meccanismo di sfiatatoio nel contenitore) per il miglior successo della terapia stessa.

Elenco delle principali malattie respiratorie:

  • POLMONITE: infiammazione degli alveoli polmonari in risposta ad un insulto, ad esempio una infezione batterica o virale, oppure causata dall’ingestione di un corpo estraneo, di solito che viene indirizzato nell’apparato respiratorio invece che nell’apparato digestivo ( POLMONITE AB INGESTIIS).
  • PNEUMOTORACE: è una condizione patologica caratterizzata dalla presenza di aria libera nella cavità pleurica ( che è lo spazio interposto fra le due membrane che servono ad ancorare il polmone alla gabbia toracica e lo mantengono disteso durante la respirazione); quest’aria libera distanzia le due membrane pleuriche (che di solito sono incollate, e si dice A PRESSIONE NEGATIVA) e fa prevalere la forza elastica degli alveoli polmonari, che collassano e impediscono i passaggi di aria al proprio interno.
  • B.P.C.O.: BRONCO-PNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA: è una malattia polmonare progressiva, non completamente reversibile. Si tratta di una malattia prevenibile e trattabile, che è caratterizzata da una persistente ostruzione delle vie aeree, che rende difficoltosa la respirazione. La BPCO è di solito EVOLUTIVA e si associa ad una aumentata risposta infiammatoria cronica delle vie aeree e del polmone a particelle nocive o gas.
  • FIBROSI CISTICA: è una malattia genetica che colpisce le ghiandole che producono muco e sudore; a pagare le conseguenze del loro malfunzionamento sono i polmoni il pancreas il fegato l’intestino i seni paranasali e l’apparato riproduttivo; l’effetto della malattia sui polmoni è accumulo di muco denso nelle vie respiratorie e infezioni ricorrenti e antibiotico-resistenti, sinusiti, bronchiti e polmoniti recidivanti.
  • TUBERCOLOSI: malattia infettiva dell’uomo e degli animali, per lo più ad andamento cronico, caratterizzata di particolari tubercoli, causata dal bacillo mycobacterium tubercolosys, DETTO BACILLO DI KOCH). Può interessare tutti gli organi ma la forme più frequenti sono la tubercolosi ossea, tubercolosi renale la tubercolosi polmonare.
  • ENFISEMA CRONICO: consiste in una modificazione del tessuto polmonare, comune a diverse condizioni di malattia dell’apparato respiratorio ( vedi anche bpco), caratterizzata da un progressivo ed irreversibile deterioramento, ingrandimento di volume e riduzione di numero degli alveoli polmonari che rappresentano le unità funzionali più elementari in cui si realizza la scambio di ossigeno e anidride carbonica con il sangue.
  • ASMA BRONCHIALE: è una sindrome caratterizzata da un aumento delle resistenze presenti nelle vie aeree, a seguito di spasmi della muscolatura bronchiale, spesso associato ad edema della mucosa e aumento delle secrezioni. La causa scatenante è solitamente una reazione allergica a seguito di sensibilizzazione della mucosa da allergeni.
  • IPOSSIA: insufficiente presenza di ossigeno nei tessuti dovuta a scarso apporto o a una difficoltà di utilizzare l’ossigeno nei tessuti
  • IPERCAPNIA: aumento della presenza di anidride carbonica nel sangue ( sottoforma di acido carbonico), che comporta la variazione del valore di pH del sangue e crea grande stress metabolico globale.
  • DISPNEA: Alterazione della dinamica respiratoria, per ritmo o frequenza, che avviene quando il paziente è affaticato. E’ spesso una risposta del corpo alla carenza di ossigeno durante le attività fisiche particolarmente dispendiose: in quanto tale, non sempre la dispnea è sinonimo di patologia, ma ne è segno indicatore quando si verifica a riposo.
  • RESPIRAZIONE ARTIFICIALE: quando il paziente non è in grado di assicurare un adeguato apporto di ossigeno e ricambio di anidride carbonica in modo autonomo, occorre intervenire con dispositivi che respirazione artificiale a supporto della funzione respiratoria; quindi si interviene con OSSIGENOTERAPIA, presidi di facilitazione della VENTILAZIONE MECCANICA (CASCO C-PAP) e, in casi più importanti INTERVENTO DI TRACHEOTOMIA.
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